Comunicare per essere®, la comunicazione valoriale che ti permette di manifestarti, di essere, di relazionarti, seguendo sempre i massimi valori che ispirano la tua vita. Un approccio dialogico, relazionale, generativo, applicato alla vita quotidiana, che accompagna e sostiene la tua evoluzione e la strada della massima espressione di te. Pensare bene per vivere bene. Agire bene per creare valore. Fare le scelte giuste, capire quali siano, impegnarti per raggiungerle. Come dare il meglio di ...
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PODCAST CARENZA MEDICI, IODIO E TIROIDE, ESPOSOMA E I NUOVI NEMICI DEL CUORE
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Manage episode 396709863 series 3504186
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UNIVERSITÀ, PROGRAMMARE NUMERI SU FABBISOGNI MEDICI TRA 10 ANNI
"La sentenza del Tar Lazio dimostra in maniera inequivocabile che è necessario modificare l'accesso a Medicina. Noi 10 anni fa come Federazione chiedevamo al governo di aumentare i posti a Medicina, perché eravamo consapevoli che, nel 2024, molti più medici sarebbero andati in pensione rispetto al numero degli ingressi a medicina. Oggi invece siamo a fare un discorso inverso. Diciamo al Governo: 'Guardate che il numero degli accessi a medicina è esorbitante perché fra 10 anni andranno in pensione solo 7.000 medici mentre oggi abbiamo consentito l'accesso a quasi 20.000 medici'. Quindi programmare in maniera adeguata, soprattutto tenendo conto del fabbisogno di medici, è la via migliore per dare una risposta al sistema ma soprattutto non illudere i giovani". Così Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici, commenta la sentenza n. 863 del 17 gennaio 2024, con la quale il Tar del Lazio ha annullato i provvedimenti che hanno disciplinato le prove di ammissione alla facoltà di medicina per l'anno accademico 2023 e 2024, salvaguardando le posizioni di chi ha superato le prove e si è iscritto ai corsi. Oltre 3mila i ricorsi dei candidati che non avevano superato il test. "La sentenza del Tar Lazio- aggiunge ora Anelli- ha riportato nuovamente alla ribalta il tema dell'accesso dei giovani alla facoltà di medicina, tema oggetto non soltanto di riflessioni ma anche di dibattito politico".
TIROIDE, L’ITALIA È ‘IODOSUFFICIENTE’
Dopo 15 anni di promozione dell’uso del sale iodato l’Italia è ‘iodosufficiente’, con una forte diminuzione dei rischi legati alla carenza nutrizionale di iodio, primi fra tutti il gozzo e la sua evoluzione in gozzo nodulare, anche se qualche criticità ancora rimane per la nutrizione iodica in gravidanza. - Si è potuto inoltre confermare che il programma nazionale di iodoprofilassi è sicuro. Lo ha registrato uno studio coordinato dall’Osservatorio Nazionale per il Monitoraggio della Iodoprofilassi in Italia dell’Istituto Superiore di Sanità, pubblicato dal Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism. Lo studio è stato condotto tra il 2015 e il 2019 su scala nazionale in collaborazione con il sistema di sorveglianza PASSI, gli Osservatori Regionali per la Prevenzione del Gozzo, i Laboratori Regionali di Screening Neonatale e l’Osservatorio Medicinali dell’Agenzia italiano del farmaco: il consumo di sale iodato è stato valutato su un campione di circa 165mila adulti e 1000 mense scolastiche, mentre su oltre 4300 ragazzi tra gli 11 e i 13 anni sono stati valutati la concentrazione di iodio nelle urine, la prevalenza di gozzo e di noduli tiroidei e anche la presenza di autoimmunità tiroidea. Su circa 200mila neonati è stata invece valutata la quantità dell’ormone tiroideo TSH, marcatore utilizzato per lo screening dell’ipotiroidismo congenito e utile per valutare l’apporto di iodio in gravidanza, mentre i casi di ipertiroidismo sono stati stimati indirettamente sulla base delle prescrizioni di metimazòlo, farmaco che viene usato per trattare questo problema.
ESPOSOMA, I NUOVI NEMICI DEL CUORE
I nemici del cuore e delle coronarie sono tanti e vanno ben al di là di quelli tradizionali, i cosiddetti fattori di rischio modificabili (colesterolo, diabete, ipertensione, fumo). Se di certo i grandi 'classici' non sono da trascurare, va anche detto che almeno il 15% degli infartuati non presenta alcun fattore di rischio noto. È dunque necessario allargare la visuale e far luce sui nuovi pericoli dai quali proteggersi. È quanto ha cercato di fare una interessante review pubblicata su European Heart Journal, che riassume i principali 'nuovi' rischi per il cuore nel nome-ombrello di 'esposòma'. Tra i nuovi arrivati vanno considerati l'inquinamento (dell'aria, del suolo, dell'acqua, esposizione a sostanze chimiche), fattori socio-economici e psicologici (stress, depressione, isolamento sociale), ma anche malattie infettive come l'influenza e il Covid-19. "Sebbene negli anni i trattamenti contro i fattori di rischio tradizionali siano diventati sempre più efficaci e abbiano contribuito non poco a ridurre incidenza e conseguenze della cardiopatia ischemica - sottolinea il dottor Rocco Montone, cardiologo presso la Cardiologia Intensiva di Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS-Università Cattolica - questa resta la principale causa di morte nel mondo. Per questo l'attenzione si sta allargando dai fattori di rischio tradizionale, a tutto ciò che ci circonda, al mondo del quale siamo immersi, fatto di inquinamento, virus, problemi economici e psicologici che, a loro volta, possono contribuire in maniera sostanziale a determinare e perpetuare il problema 'cardiopatia ischemica'. Questi fattori di rischio - prosegue il dottor Montone - interagiscono in modo imprevedibile, spesso potenziandosi tra loro. Ecco perché è necessario considerarli nella loro totalità, includendoli in questo nuovo paradigma dell'esposòma. La nostra review fa dunque il punto su come l'esposizione a lungo termine all'esposòma possa contribuire alla comparsa di cardiopatia ischemica e suggerisce quali potenziali strategie di mitigazione del rischio andrebbero messe in atto".
Approfondimenti e altre notizie sono nel portale salutedomàni.com e Saluteh24.com, nelle pagine social collegate e nel canale gratuito di telegram: salutedomàni
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"La sentenza del Tar Lazio dimostra in maniera inequivocabile che è necessario modificare l'accesso a Medicina. Noi 10 anni fa come Federazione chiedevamo al governo di aumentare i posti a Medicina, perché eravamo consapevoli che, nel 2024, molti più medici sarebbero andati in pensione rispetto al numero degli ingressi a medicina. Oggi invece siamo a fare un discorso inverso. Diciamo al Governo: 'Guardate che il numero degli accessi a medicina è esorbitante perché fra 10 anni andranno in pensione solo 7.000 medici mentre oggi abbiamo consentito l'accesso a quasi 20.000 medici'. Quindi programmare in maniera adeguata, soprattutto tenendo conto del fabbisogno di medici, è la via migliore per dare una risposta al sistema ma soprattutto non illudere i giovani". Così Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici, commenta la sentenza n. 863 del 17 gennaio 2024, con la quale il Tar del Lazio ha annullato i provvedimenti che hanno disciplinato le prove di ammissione alla facoltà di medicina per l'anno accademico 2023 e 2024, salvaguardando le posizioni di chi ha superato le prove e si è iscritto ai corsi. Oltre 3mila i ricorsi dei candidati che non avevano superato il test. "La sentenza del Tar Lazio- aggiunge ora Anelli- ha riportato nuovamente alla ribalta il tema dell'accesso dei giovani alla facoltà di medicina, tema oggetto non soltanto di riflessioni ma anche di dibattito politico".
TIROIDE, L’ITALIA È ‘IODOSUFFICIENTE’
Dopo 15 anni di promozione dell’uso del sale iodato l’Italia è ‘iodosufficiente’, con una forte diminuzione dei rischi legati alla carenza nutrizionale di iodio, primi fra tutti il gozzo e la sua evoluzione in gozzo nodulare, anche se qualche criticità ancora rimane per la nutrizione iodica in gravidanza. - Si è potuto inoltre confermare che il programma nazionale di iodoprofilassi è sicuro. Lo ha registrato uno studio coordinato dall’Osservatorio Nazionale per il Monitoraggio della Iodoprofilassi in Italia dell’Istituto Superiore di Sanità, pubblicato dal Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism. Lo studio è stato condotto tra il 2015 e il 2019 su scala nazionale in collaborazione con il sistema di sorveglianza PASSI, gli Osservatori Regionali per la Prevenzione del Gozzo, i Laboratori Regionali di Screening Neonatale e l’Osservatorio Medicinali dell’Agenzia italiano del farmaco: il consumo di sale iodato è stato valutato su un campione di circa 165mila adulti e 1000 mense scolastiche, mentre su oltre 4300 ragazzi tra gli 11 e i 13 anni sono stati valutati la concentrazione di iodio nelle urine, la prevalenza di gozzo e di noduli tiroidei e anche la presenza di autoimmunità tiroidea. Su circa 200mila neonati è stata invece valutata la quantità dell’ormone tiroideo TSH, marcatore utilizzato per lo screening dell’ipotiroidismo congenito e utile per valutare l’apporto di iodio in gravidanza, mentre i casi di ipertiroidismo sono stati stimati indirettamente sulla base delle prescrizioni di metimazòlo, farmaco che viene usato per trattare questo problema.
ESPOSOMA, I NUOVI NEMICI DEL CUORE
I nemici del cuore e delle coronarie sono tanti e vanno ben al di là di quelli tradizionali, i cosiddetti fattori di rischio modificabili (colesterolo, diabete, ipertensione, fumo). Se di certo i grandi 'classici' non sono da trascurare, va anche detto che almeno il 15% degli infartuati non presenta alcun fattore di rischio noto. È dunque necessario allargare la visuale e far luce sui nuovi pericoli dai quali proteggersi. È quanto ha cercato di fare una interessante review pubblicata su European Heart Journal, che riassume i principali 'nuovi' rischi per il cuore nel nome-ombrello di 'esposòma'. Tra i nuovi arrivati vanno considerati l'inquinamento (dell'aria, del suolo, dell'acqua, esposizione a sostanze chimiche), fattori socio-economici e psicologici (stress, depressione, isolamento sociale), ma anche malattie infettive come l'influenza e il Covid-19. "Sebbene negli anni i trattamenti contro i fattori di rischio tradizionali siano diventati sempre più efficaci e abbiano contribuito non poco a ridurre incidenza e conseguenze della cardiopatia ischemica - sottolinea il dottor Rocco Montone, cardiologo presso la Cardiologia Intensiva di Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS-Università Cattolica - questa resta la principale causa di morte nel mondo. Per questo l'attenzione si sta allargando dai fattori di rischio tradizionale, a tutto ciò che ci circonda, al mondo del quale siamo immersi, fatto di inquinamento, virus, problemi economici e psicologici che, a loro volta, possono contribuire in maniera sostanziale a determinare e perpetuare il problema 'cardiopatia ischemica'. Questi fattori di rischio - prosegue il dottor Montone - interagiscono in modo imprevedibile, spesso potenziandosi tra loro. Ecco perché è necessario considerarli nella loro totalità, includendoli in questo nuovo paradigma dell'esposòma. La nostra review fa dunque il punto su come l'esposizione a lungo termine all'esposòma possa contribuire alla comparsa di cardiopatia ischemica e suggerisce quali potenziali strategie di mitigazione del rischio andrebbero messe in atto".
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"La sentenza del Tar Lazio dimostra in maniera inequivocabile che è necessario modificare l'accesso a Medicina. Noi 10 anni fa come Federazione chiedevamo al governo di aumentare i posti a Medicina, perché eravamo consapevoli che, nel 2024, molti più medici sarebbero andati in pensione rispetto al numero degli ingressi a medicina. Oggi invece siamo a fare un discorso inverso. Diciamo al Governo: 'Guardate che il numero degli accessi a medicina è esorbitante perché fra 10 anni andranno in pensione solo 7.000 medici mentre oggi abbiamo consentito l'accesso a quasi 20.000 medici'. Quindi programmare in maniera adeguata, soprattutto tenendo conto del fabbisogno di medici, è la via migliore per dare una risposta al sistema ma soprattutto non illudere i giovani". Così Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici, commenta la sentenza n. 863 del 17 gennaio 2024, con la quale il Tar del Lazio ha annullato i provvedimenti che hanno disciplinato le prove di ammissione alla facoltà di medicina per l'anno accademico 2023 e 2024, salvaguardando le posizioni di chi ha superato le prove e si è iscritto ai corsi. Oltre 3mila i ricorsi dei candidati che non avevano superato il test. "La sentenza del Tar Lazio- aggiunge ora Anelli- ha riportato nuovamente alla ribalta il tema dell'accesso dei giovani alla facoltà di medicina, tema oggetto non soltanto di riflessioni ma anche di dibattito politico".
TIROIDE, L’ITALIA È ‘IODOSUFFICIENTE’
Dopo 15 anni di promozione dell’uso del sale iodato l’Italia è ‘iodosufficiente’, con una forte diminuzione dei rischi legati alla carenza nutrizionale di iodio, primi fra tutti il gozzo e la sua evoluzione in gozzo nodulare, anche se qualche criticità ancora rimane per la nutrizione iodica in gravidanza. - Si è potuto inoltre confermare che il programma nazionale di iodoprofilassi è sicuro. Lo ha registrato uno studio coordinato dall’Osservatorio Nazionale per il Monitoraggio della Iodoprofilassi in Italia dell’Istituto Superiore di Sanità, pubblicato dal Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism. Lo studio è stato condotto tra il 2015 e il 2019 su scala nazionale in collaborazione con il sistema di sorveglianza PASSI, gli Osservatori Regionali per la Prevenzione del Gozzo, i Laboratori Regionali di Screening Neonatale e l’Osservatorio Medicinali dell’Agenzia italiano del farmaco: il consumo di sale iodato è stato valutato su un campione di circa 165mila adulti e 1000 mense scolastiche, mentre su oltre 4300 ragazzi tra gli 11 e i 13 anni sono stati valutati la concentrazione di iodio nelle urine, la prevalenza di gozzo e di noduli tiroidei e anche la presenza di autoimmunità tiroidea. Su circa 200mila neonati è stata invece valutata la quantità dell’ormone tiroideo TSH, marcatore utilizzato per lo screening dell’ipotiroidismo congenito e utile per valutare l’apporto di iodio in gravidanza, mentre i casi di ipertiroidismo sono stati stimati indirettamente sulla base delle prescrizioni di metimazòlo, farmaco che viene usato per trattare questo problema.
ESPOSOMA, I NUOVI NEMICI DEL CUORE
I nemici del cuore e delle coronarie sono tanti e vanno ben al di là di quelli tradizionali, i cosiddetti fattori di rischio modificabili (colesterolo, diabete, ipertensione, fumo). Se di certo i grandi 'classici' non sono da trascurare, va anche detto che almeno il 15% degli infartuati non presenta alcun fattore di rischio noto. È dunque necessario allargare la visuale e far luce sui nuovi pericoli dai quali proteggersi. È quanto ha cercato di fare una interessante review pubblicata su European Heart Journal, che riassume i principali 'nuovi' rischi per il cuore nel nome-ombrello di 'esposòma'. Tra i nuovi arrivati vanno considerati l'inquinamento (dell'aria, del suolo, dell'acqua, esposizione a sostanze chimiche), fattori socio-economici e psicologici (stress, depressione, isolamento sociale), ma anche malattie infettive come l'influenza e il Covid-19. "Sebbene negli anni i trattamenti contro i fattori di rischio tradizionali siano diventati sempre più efficaci e abbiano contribuito non poco a ridurre incidenza e conseguenze della cardiopatia ischemica - sottolinea il dottor Rocco Montone, cardiologo presso la Cardiologia Intensiva di Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS-Università Cattolica - questa resta la principale causa di morte nel mondo. Per questo l'attenzione si sta allargando dai fattori di rischio tradizionale, a tutto ciò che ci circonda, al mondo del quale siamo immersi, fatto di inquinamento, virus, problemi economici e psicologici che, a loro volta, possono contribuire in maniera sostanziale a determinare e perpetuare il problema 'cardiopatia ischemica'. Questi fattori di rischio - prosegue il dottor Montone - interagiscono in modo imprevedibile, spesso potenziandosi tra loro. Ecco perché è necessario considerarli nella loro totalità, includendoli in questo nuovo paradigma dell'esposòma. La nostra review fa dunque il punto su come l'esposizione a lungo termine all'esposòma possa contribuire alla comparsa di cardiopatia ischemica e suggerisce quali potenziali strategie di mitigazione del rischio andrebbero messe in atto".
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Dopo 15 anni di promozione dell’uso del sale iodato l’Italia è ‘iodosufficiente’, con una forte diminuzione dei rischi legati alla carenza nutrizionale di iodio, primi fra tutti il gozzo e la sua evoluzione in gozzo nodulare, anche se qualche criticità ancora rimane per la nutrizione iodica in gravidanza. - Si è potuto inoltre confermare che il programma nazionale di iodoprofilassi è sicuro. Lo ha registrato uno studio coordinato dall’Osservatorio Nazionale per il Monitoraggio della Iodoprofilassi in Italia dell’Istituto Superiore di Sanità, pubblicato dal Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism. Lo studio è stato condotto tra il 2015 e il 2019 su scala nazionale in collaborazione con il sistema di sorveglianza PASSI, gli Osservatori Regionali per la Prevenzione del Gozzo, i Laboratori Regionali di Screening Neonatale e l’Osservatorio Medicinali dell’Agenzia italiano del farmaco: il consumo di sale iodato è stato valutato su un campione di circa 165mila adulti e 1000 mense scolastiche, mentre su oltre 4300 ragazzi tra gli 11 e i 13 anni sono stati valutati la concentrazione di iodio nelle urine, la prevalenza di gozzo e di noduli tiroidei e anche la presenza di autoimmunità tiroidea. Su circa 200mila neonati è stata invece valutata la quantità dell’ormone tiroideo TSH, marcatore utilizzato per lo screening dell’ipotiroidismo congenito e utile per valutare l’apporto di iodio in gravidanza, mentre i casi di ipertiroidismo sono stati stimati indirettamente sulla base delle prescrizioni di metimazòlo, farmaco che viene usato per trattare questo problema.
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I nemici del cuore e delle coronarie sono tanti e vanno ben al di là di quelli tradizionali, i cosiddetti fattori di rischio modificabili (colesterolo, diabete, ipertensione, fumo). Se di certo i grandi 'classici' non sono da trascurare, va anche detto che almeno il 15% degli infartuati non presenta alcun fattore di rischio noto. È dunque necessario allargare la visuale e far luce sui nuovi pericoli dai quali proteggersi. È quanto ha cercato di fare una interessante review pubblicata su European Heart Journal, che riassume i principali 'nuovi' rischi per il cuore nel nome-ombrello di 'esposòma'. Tra i nuovi arrivati vanno considerati l'inquinamento (dell'aria, del suolo, dell'acqua, esposizione a sostanze chimiche), fattori socio-economici e psicologici (stress, depressione, isolamento sociale), ma anche malattie infettive come l'influenza e il Covid-19. "Sebbene negli anni i trattamenti contro i fattori di rischio tradizionali siano diventati sempre più efficaci e abbiano contribuito non poco a ridurre incidenza e conseguenze della cardiopatia ischemica - sottolinea il dottor Rocco Montone, cardiologo presso la Cardiologia Intensiva di Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS-Università Cattolica - questa resta la principale causa di morte nel mondo. Per questo l'attenzione si sta allargando dai fattori di rischio tradizionale, a tutto ciò che ci circonda, al mondo del quale siamo immersi, fatto di inquinamento, virus, problemi economici e psicologici che, a loro volta, possono contribuire in maniera sostanziale a determinare e perpetuare il problema 'cardiopatia ischemica'. Questi fattori di rischio - prosegue il dottor Montone - interagiscono in modo imprevedibile, spesso potenziandosi tra loro. Ecco perché è necessario considerarli nella loro totalità, includendoli in questo nuovo paradigma dell'esposòma. La nostra review fa dunque il punto su come l'esposizione a lungo termine all'esposòma possa contribuire alla comparsa di cardiopatia ischemica e suggerisce quali potenziali strategie di mitigazione del rischio andrebbero messe in atto".
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