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J-TACTICS - La Metamorfosi (S06 E15)

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Quindicesima puntata della sesta stagione di J-TACTICS, la rubrica di radiomegliodiniente.com, dedicata alla vecchia signora bianconera.
Il 4-0 della Juventus sul Frosinone all’Allianz Stadium che vale il passaggio alle semifinali di coppa Italia dopo il 6-1 alla Salernitana, sconfitta anche a domicilio al fotofinish con gol di Vlahovic per il definitivo 2-1 nella sfida della 19^ di serie A.
I bianconeri in Coppa Italia continuano a dimostrare di essere una macchina da gol.
Una metamorfosi nel vero senso della parola per la vecchia signora bianconera e soprattutto per il suo allenatore.
Metamorfosi, ma non nel senso cupo e negativo nel capolavoro di Kafka, ossia l'alienazione e la spersonalizzazione dell'individuo, imposta dalla società, di cui è vittima il povero Gregor.
Per questa Juventus vale l'accezione positiva del concetto di metamorfosi: trasformazione di un essere o di un oggetto inanimato in un altro di natura e forma differente, in genere dovuta a magia o a interventi soprannaturali e divini.
Noi non sappiamo se effettivamente ci sia stato un intervento soprannaturale o addirittura divino, ma possiamo dire che gran parte del merito di questa trasformazione è da attribuire a Massimiliano Allegri.
Il tecnico livornese ha cambiato, in parte, anche il suo modo di intendere il calcio valorizzando e affidandosi ai tanti giovani provenienti dalla Next Gen promossi in prima squadra e nonostante la poca esperienza, mettendoli al centro del progetto.
Da Huijsen a Iling-Junior proseguendo con Miretti, Fagioli e Nicolussi Caviglia, per non parlare poi del gioiellino Yildiz rivelatosi vero e proprio krack in questa seconda parte di stagione.
Metamorfosi anche nella considerazione del tecnico al di fuori del campo.
Non più inni all'allontanamento di Max, ieri lo Stadium ha celebrato le 400 panchine bianconere del tecnico dedicandogli un coro speciale.
Allegri in pochi mesi ha dato una forma concreta alla sua idea di squadra, creando finalmente un gruppo coeso, nel quale si rema, dopo tanto tempo, tutti verso lo stesso obiettivo comune.
Un gruppo nuovo non solo nella testa, ma anche nel fisico, merito anche di un passo indietro del tecnico, il quale ha accettato di affidarsi a uno staff tecnico rinnovato con i volti nuovi di Magnanelli e Padoin su tutti inseriti nella sua cerchia di collaboratori di fiducia.
Una metamorfosi e un cambiamento tuttavia con un punto fermo imprescindibile sia per il credo allegriano sia per quello juventino: il risultato.
Il mantra non è cambiato, i tre punti sono l'unica cosa che conta, in qualsiasi modo arrivino.
Questo a volte vuol dire sacrificare un po' lo spettacolo, anche se in questa stagione non sono mancate prestazioni incoraggianti dal punto di vista del gioco e ciò non è passato inosservato agli occhi dei tifosi.
Nel corso della gara contro il Frosinone, dagli spalti si sono chiaramente uditi cori nei confronti dell'allenatore, ripetendo ciò che si era già visto nella trasferta di Salerno.
Un omaggio, un tributo per un tecnico che al di là dei gusti personali ha fatto e probabilmente continuerà a fare la storia del club più titolato d'Italia.
Allegri nella sfida contro il Frosinone all’Allianz ha toccato il traguardo delle 400 panchine bianconere, ad un tiro di schioppo dal mostro sacro Lippi fermo a 405 e proiettandosi all'inseguimento del monumento Trapattoni che di panchine in bianconero ne ha collezionato ben 596.
Di questo e altro parleremo in questa puntata! Diteci la vostra, interagiremo con voi in chat live!
Ecco i link dei nostri social:
CANALE TELEGRAM:
https://t.me/+TYOn7FZAQwet7MAt
INSTAGRAM:
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Il 4-0 della Juventus sul Frosinone all’Allianz Stadium che vale il passaggio alle semifinali di coppa Italia dopo il 6-1 alla Salernitana, sconfitta anche a domicilio al fotofinish con gol di Vlahovic per il definitivo 2-1 nella sfida della 19^ di serie A.
I bianconeri in Coppa Italia continuano a dimostrare di essere una macchina da gol.
Una metamorfosi nel vero senso della parola per la vecchia signora bianconera e soprattutto per il suo allenatore.
Metamorfosi, ma non nel senso cupo e negativo nel capolavoro di Kafka, ossia l'alienazione e la spersonalizzazione dell'individuo, imposta dalla società, di cui è vittima il povero Gregor.
Per questa Juventus vale l'accezione positiva del concetto di metamorfosi: trasformazione di un essere o di un oggetto inanimato in un altro di natura e forma differente, in genere dovuta a magia o a interventi soprannaturali e divini.
Noi non sappiamo se effettivamente ci sia stato un intervento soprannaturale o addirittura divino, ma possiamo dire che gran parte del merito di questa trasformazione è da attribuire a Massimiliano Allegri.
Il tecnico livornese ha cambiato, in parte, anche il suo modo di intendere il calcio valorizzando e affidandosi ai tanti giovani provenienti dalla Next Gen promossi in prima squadra e nonostante la poca esperienza, mettendoli al centro del progetto.
Da Huijsen a Iling-Junior proseguendo con Miretti, Fagioli e Nicolussi Caviglia, per non parlare poi del gioiellino Yildiz rivelatosi vero e proprio krack in questa seconda parte di stagione.
Metamorfosi anche nella considerazione del tecnico al di fuori del campo.
Non più inni all'allontanamento di Max, ieri lo Stadium ha celebrato le 400 panchine bianconere del tecnico dedicandogli un coro speciale.
Allegri in pochi mesi ha dato una forma concreta alla sua idea di squadra, creando finalmente un gruppo coeso, nel quale si rema, dopo tanto tempo, tutti verso lo stesso obiettivo comune.
Un gruppo nuovo non solo nella testa, ma anche nel fisico, merito anche di un passo indietro del tecnico, il quale ha accettato di affidarsi a uno staff tecnico rinnovato con i volti nuovi di Magnanelli e Padoin su tutti inseriti nella sua cerchia di collaboratori di fiducia.
Una metamorfosi e un cambiamento tuttavia con un punto fermo imprescindibile sia per il credo allegriano sia per quello juventino: il risultato.
Il mantra non è cambiato, i tre punti sono l'unica cosa che conta, in qualsiasi modo arrivino.
Questo a volte vuol dire sacrificare un po' lo spettacolo, anche se in questa stagione non sono mancate prestazioni incoraggianti dal punto di vista del gioco e ciò non è passato inosservato agli occhi dei tifosi.
Nel corso della gara contro il Frosinone, dagli spalti si sono chiaramente uditi cori nei confronti dell'allenatore, ripetendo ciò che si era già visto nella trasferta di Salerno.
Un omaggio, un tributo per un tecnico che al di là dei gusti personali ha fatto e probabilmente continuerà a fare la storia del club più titolato d'Italia.
Allegri nella sfida contro il Frosinone all’Allianz ha toccato il traguardo delle 400 panchine bianconere, ad un tiro di schioppo dal mostro sacro Lippi fermo a 405 e proiettandosi all'inseguimento del monumento Trapattoni che di panchine in bianconero ne ha collezionato ben 596.
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